Dialoghi di un Faraone IX
Amenemhat, conforme il costume partecipa alla cerimonia con il suo vestiario più bello e i suoi gioielli imperiali.
Accompagnata dal Faraone ella segue il cammino di lunghi corridoi per giungere dove la corte e gli invitati li attendono. In seguito, si inizia il grande ricevimento. Le truppe del potere straniero marciano in festosa processione. Il leader e il suo seguito le precedono e fermandosi difronte al Faraone e la sia Regina, si inchinano a braccia distese.
Il leader, nella sua lingua, pronuncia un discorso, per dire che è onorato di partecipare all'alleanza con questo regno dei conosciuti figli di Dio.
Amenemhat osserva quel leader e gli altri uomini della truppa. Tutti hanno una bella costituzione fisica, vestono abiti cerimoniali e uniformi militari. Gli stranieri sono grandi, forti, di spalle larghe e muscolose. In Egitto, tuttavia, gli uomini della sua razza erano molto più schivi, leggeri, maestosi e belli.
Mai, ella aveva visto persone come quei stranieri. Meno robusti, gli esseri della sua razza dei figli di Dio non assomigliavano a quei "splendidi animali", come pensava Amenemhat .
Nella sua cultura e nel suo quotidiano, lei si era abituata alle fattezze finemente scolpite, che riflettevano spiritualità; perfino in mezzo alla razza ibrida.
Così, ella osserva le grandi orecchie degli stranieri, che secondo lei, quelle grandi e lunghe orecchie ricorfdavano le orecchie delle scimmie. In quanto le orecchie della sua razza erano delicate, piccole e strette.
Ma ciò che più richiamò l'attenzione della Regina furono i lunghi capelli rossi; il viso, le mani e i piedi coperti di peli abbondanti che brillavano come fili dorati alla luce del sole. Loro erano autofiduciosi, e quando parlavano o ridevano rivelavano una serie di denti belli, bianchi, forti.
No ! Amenemhat non apprezzava niente di quelle apparenze ! Intanto, loro guardavano la Regina con curiosità.
Appena le richiamava attenzione un ufficiale del leader degli stranieri che la guardava con irriverenza e senza rispetto. Alla corte della Regina, nessuno avrebbe avuto ardire e irriverenza. Intanto che lo straniero la stava guardando con insolenza Amenemhat rispettava un sentimento misto di vanità e indignazione.
Ella osserva le cerimonie ammettendo che, di fatto, essi possedevano una forza fisica sconosciuta nel suo paese. Certamente la sua razza ebbe una mistura con i figli di Dio. ma attirati dalla forza della materia divennero come giganti.
Amenemhat torna a notare che l'ufficiale insolente si trovava vicino a lei continuando a guardare incessantemente.
Nei suoi pensieri, le passa la possibilità di essere compito ispiratore di guidare quell'incolto e strano rosso ai misteri dello spirito ... aprire gli occhi spirituali... aiutarlo a salire i gradi della coscienza e convincerlo a vedere la bellezza spirituale di una donna invece della sua apparenza fisica.
Chissà, un giorno, questo primitivo possa divenire un adoratore del Disco Solare come quelli della Dinastia Divina ?
Ma, per giorni, Amenemhat si vede coinvolta con le solennità, esibizioni, escursioni e compromessi dei suoi compiti di Regina. Nella riunione di quella notte, molto ben vestita e coperta di gioielli, per alcuni momenti ella si domanda quale sarebbe stata l'opinione degli stranieri su di lei.
Durante quei giorni e forse per qualche tempo, rimasero in Egitto, gli emissari stranieri che stavano imparando l'idioma e formalizzando i contatti commerciali e tra loro c'era anche l'insolente ufficiale straniero.
Nei compromessi finali, Amenemhat potè conoscere il rosso ufficiale e conversar con lui. In questo contatto, Amenemhat si sentì sorpresa e con il cuore accelerato, si ritirò dal salone per qualche momento. Egli aveva le stessa voce della figura che gli apparve avvolta da una nebbiolina nei suoi sogni iniziatori.
Il Faraone la invita a tornare nelle stanza reali e ritornare al Tempio la mattina seguente, per continuare gli studi sulla storia dei suoi antenati.
Vestita del suo abito di sacerdotessa, Amenemhat venne alla sala di Iniziazione con suo Padre carica di domande, dubbi e ansie. Gli insegnamenti di Sihathor e gli ultimi eventi avevano portato la mancanza di tranquillità al suo spirito.
Amenemhat.: Padre mio caro, che cosa sta succedendo ?
Faraone Nemathap.: Figlia, tu non ignori le cose che accadono, nè i fatti spirituali che viviamo poichè tu vieni preparata sin dalla dipartita di tua madre per il mondo spirituale. Tu non stai vivendo la tua Iniziazione e la tua vita come cose separate. La vita è una sola e deve essere vissuta nell'unità e la tua vita presente è il test principale della tua Iniziazione.
Però devo chiarirti che non è solo una questione tua individuale , figlia. Anch'io vivo la mia Iniziazione ora, quì, in altro livello, così come tuo zio , Sihathor.
Amenemhat.:Dimmi, Padre, che sarà di me ? Molte volte vedo con precisione il futuro delle altre persone, ma quando cerco di vedere il mio stesso, si forma una densa nebbiolina dinanzi ai miei occhi e non conseguo penetrarla.
Faraone Nemathap.: ( guardando con affetto la figlia ed abbracciandola gentilmente disse). Io sarò sempre con te, ricordati sempre di questo. Viviamo figlia, un finale di ciclo medio di 14.000 anni, ma noi siamo ed esistiamo da molto prima di questo.( vedi Messaggio di Saint Germain).
In questo finale di ciclo, siamo, per così dire, collocati in situazioni critiche di scelta e cammini, in maniera decisiva, poichè il mutamento che verrà sarà molto intenso per tutta la vita sulla Terra.
Amenemhat.:Come così , Padre ?
Faraone Nemathap.:Figlia, tutto l'impero dei figli di Dio sul Pianeta è nell'imminenza di essere totalmente distrutto. Noi andremo, fra poco a Poseidone, perchè tu possa là registrare tutto ciò che puoi apprendere e vedere per poter narrare alle civiltà future come era grandiosa l'opera dei nostri governenti e delle gerarchie che ci aiutavano.
Amenemhat.:Ma perchè, Poseidone ?
Faraone Nemathap.: Tutto là sarà distrutto tra poco. Le trasformazioni raggiungeranno molti luoghi sulla Terra e tu avrai un ruolo importante nel trasmettere queste conoscenze.
Amenemhat.:E tu , Padre mio, dove sarai ? E Sihathor ? Parteciperete con me a questo lavoro?
Faraone Nemathap.: No figlia. Nemmeno Sihathor. Io nascerò in corpi terrestri più di qualche volta, visto che, nel sposare tua madre, tuffai più profondamente di quanto dovevo il mio spirito nella materia. Ma ho altri compiti che mi aspettano.
Tuttavia, tuo zio, Sihathor, che mai abbandonò il contatto con le energie della 4°dimensione e che mai si identificò con il corpo, non nascerà durante millenni. Egli continuerà a dirigere lo sviluppo spirituale dell'umanità a partire dai livelli interni di là ed aiuterà l'atmosfera terrestre insieme alle altre gerarchie degli altri Pianeti.
Faraone Nemathap.:( Chiama l'attenzione della figlia sulle istruzioni programmate da Sihathor) Torniamo al punto dove ci siamo fermati.
Amenemhat comprendendo la serietà di quelle istruzioni ed i suoi obblighi iniziatici che tanto chiedeva di ricevere, si corica su di una piccola piattaforma di pietra e già sente lo stimolo alla sua terza visione ed un lieve torpore in tutto il suo corpo.
Faraone Nemathap.: Torniamo figlia, a millenni di anni fà. ( 70.000 anni a.C)
Amenemhat "vede", nuovamente, l'installazione del gruppo scelto da Manu di Atlantidi SEMITI in un cratere situato in una depressione fertile nella regione oggi conosciuta come Mongolia e la lotta che durò 5 anni sino a che si calmarono le trasformazioni. In quel luogo c'era il Mare dei Gobi (attuale deserto dei Gobi). Il Manu di quel ciclo, il Signore incaricato di preservare la razza, portò quel gruppo per un'isola, che fu chiamata ISOLA BIANCA.
Continua a Breve: Shamballa e la Dispersione degli Atlantidi Semiti per il Pianeta e la nascita di nuove razze.
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